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Material stories

Material Stories è un esercizio didattico che esplora i territori limitrofi al Monte Bianco. Stories. Ciascuno sa che le montagne, le Alpi, il Monte Bianco sono stati oggetto di numerosissime storie: scientifiche, folcloristiche, letterarie. La Montagna Incantata (o Magica) è forse l’esempio più alto. Quali storie raccogliamo per raccontare altre storie? Quali argomenti usiamo per pensare altri argomenti? Quali nodi annodano altri nodi?

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Post-pandemic Turin. Il progetto nello stato di crisi

L’Atelier di Progettazione Urbana “Post-pandemic Turin. Il progetto nello stato di crisi” si propone come un’indagine progettuale sul territorio dell’area metropolitana di Torino dopo due anni di crisi pandemica. L’ipotesi è che le tante crisi degli ultimi anni, a cominciare da quella pandemica, abbiano reso evidenti e ineludibili questioni e problematiche radicate nelle città e i territori occidentali. In questo tipo di indagine, il progetto è usato come strumento di conoscenza del territorio, non solo come un insieme organizzato di indicazioni o norme che ne guidano la trasformazione.

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Lo Zen. Pratiche plurali dell’abitare

Palermo is undoubtedly a city composed of fragments, fragments placed side by side without continuity throughout history, due to a rushing expansion which encouraged several projects that were either not realized or left unfinished. This research focuses on one of the most debated cases of social housing in Italy: the Zen district of Palermo.

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Le mura di Troia. Lo spazio ricompone i corpi

La registrazione dell’evento è disponibile al seguente link della Casa della Cultura: https://www.youtube.com/watch?v=_GaAUcx6vz8

Spazi, corpi, politiche

Biennale della Democrazia 25 marzo 2023, presso il Teatro Gobetti.

Dialogo tra Paola Viganò e Simona Forti, coordina Cristina Bianchetti

Ogni scelta di governo si ripercuote, oltre che sulla sfera economico-sociale, anche su un livello intimo, biografico di tutti coloro che abitano la città. Vale per le decisioni di salute pubblica, come ha messo in luce la pandemia. Ma vale anche per la progettazione dello spazio urbano, il cui disegno si intreccia con la pluralità dei bisogni, dei valori e degli stili di vita. E dove la paura rischia di indurci a barattare più sicurezza con frammenti di libertà. Su questo snodo si confrontano un’architetta e una filosofa, riflettendo sul ruolo politico del progetto e dell’agire dei corpi nello spazio.

La registrazione del dialogo: Spazi, corpi, politiche – Biennale Democrazia

Il programma completo biennaledemocrazia.it.

Il Territorio senza qualità. Sovradeterminazioni narrative e possibilità del progetto nel caso di Carrara

The thesis deals with the case of Carrara providing a reflection on both its understanding and the possibilities of imagining a project. The entry-key is not an original hypothesis: the territory is the outcome of the actions and intentions of time and of human history. In other words, the territory is overdetermined by its own construction process. Just as in Musil’s novel, there is no possibility of redefining the self by confronting with an overwhelming socio-cultural hyperdetermination; in the same way, also the territory, according to this perspective, copes with a radical impossibility for its future, since that spatial and temporal over-determination is so vast and profound as to cancel out its very rich qualities. This is, in particular, the hypothesis moved by this work: the Carrara extraction phenomenon can be read as a constant and continuous hyper-determination that reduces the territory to an extraction-machine.

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Infra-Nature. Nuovi equilibri tra acqua e insediamento

This thesis explores part of the Veneto region, an extreme case in which natural environment and anthropogenic dynamics are inextricably intertwined. On one hand there is the lagoon, a heterogeneous ecosystem regulated by fragile balances; on the other the Città diffusa, a contemporary settlement model based on isotropy, porosity and continuity. The hypothesis of the research is that these spatial figures are not simply juxtaposed, but may have significant reciprocal relationships. The analysis is carried out in an historical period in which climate change can only be the track to observe, without the presumption and useful competencies to indicate the changes it might cause in the territory.

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San Patrignano: un frammento della Città Adriatica

The thesis addresses an issue concerning the presence of communities that are configured as closed realities on the territory. Perhaps the most obvious archetype refers to therapeutic communities. Among these, perhaps the most emblematic story is that of the San Patrignano community, the largest in Europe, founded in 1978 in the municipality of Coriano, 11 km from Rimini. It is a story of the 1970s and 1980s, well set in a situation in the country marked by extremely harsh conflicts in civil society and the spread of drugs among the young population. The history of San Patrignano is emblematic not only in terms of numbers: 26,000 young people taken in over 40 years of history, but also in terms of the controversies, conflicts, and contrasts that have accompanied its path, radically dividing public opinion.

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Incomplete city 2

Incomplete City 2 è un esercizio didattico che esplora un territorio domestico, molto presente nell’immaginario comune. Una città costituita da sequenze parallele fatte di acqua, spiagge urbane, litorali, infrastrutture, residenze e attrezzature, campi agricoli, piastre industriali, spazi aperti. Segnata da fragilità ambientali, insediative, oltre che sociali. Una città entro una grande struttura territoriale “a pettine”, in cui le penetranti vallive sono generate da fiumi che sfociano nell’Adriatico. Una struttura chiara, elementare. Pier Vittorio Tondelli negli anni ‘80 parlava di un bordo di strass. Negli anni ‘90 era la città felice di Olivo Barbieri e Pippo Ciorra.

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Lifelines. Politica, etica ed economia affettiva dell’abitare

In una fase come quella che stiamo vivendo, al convergere di una radicale crisi sanitaria con una altrettanto radicale crisi ecologica, non si può tornare ad indagare l’abitare secondo traiettorie parziali che pure hanno dato in passato buoni esiti. Sia quando, occupandosi della cosiddetta città dispersa, hanno indagato la coerenza e la regolarità di territori ferocemente individualisti. Sia quando, occupandosi dell’abitare condiviso, hanno esplorato una mitografia antica e contemporanea, fatta di frugalità, vicinanza, reciprocità.

Cosa definisce oggi l’abitare entro la pluralità di condizioni, geografie e politiche che lo connota? La domanda impone un’ascesa in generalità del discorso e una rottura della cornice fornita da indagini consolidate.

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